Le contrazioni sono uno dei primi argomenti che si affrontano a scuola o nei corsi di inglese.
Non avere paura, non è niente di difficile.
Ti assicuriamo che con un po’ di pratica imparerai a padroneggiarle perfettamente.
All’inizio possono creare qualche problema, l’importante è non scoraggiarsi e finire per evitarle!
Infatti, non solo sono essenziali per rendere la frase scorrevole, ma possono semplificarti di molto la vita.
Certo, nel linguaggio scritto non sono obbligatorie, ma se vuoi imparare a parlare e scrivere nel modo più naturale possibile non puoi non includerle nel tuo bagaglio di conoscenze.
Cosa sono e dove vanno usate le contrazioni?
Prima di vedere alcune semplici regole, dobbiamo capire cosa sono e quando vanno usate.
Una contrazione è una parola o una frase che viene accorciata, rimuovendo una o più lettere.
Nello scritto, si usa l’apostofro, che sta ad indicare che una parte della parola non c’è più.
Ti starai chiedendo: dove uso le contrazioni? Bene, come ho già anticipato, queste sono usate soprattutto nel parlato e nei testi informali. Se ti trovi al bar con una ragazza su cui vuoi fare colpo, davanti ad un aperitivo, allora pronunciare esordire con un “I have not” può farti sembrare un po’ strano!
Se invece stai scrivendo un’email al preside, allora è meglio evitare.
Per un inglese usarle viene spontaneo, e nessuno si chiede il perché.
Se ci pensi, funziona così anche per molte espressioni italiane: per noi sembrano scontate, per un non nativo non è detto che lo siano.
Allora, per semplificare, potremmo dire che assolvono due funzioni:
permettono di far capire il tono della conversazione: il che vale anche nello scritto. Chi scrive tutto per esteso, vuole di solito trasmettere un’idea di formalità. Usarle è invece un modo piuttosto efficace per tenere un tono colloquiale e informale;
permettono di far risparmiare tempo: come dicevamo, servono anche a garantire che la conversazione (o la lettura) scorra fluida senza troppi intoppi;
Le regole per l’uso delle contrazioni
Quando si usa una contrazione, va sempre messo l’apostofro (es. is not, isn’t, does not, doesn’t etc…).
Questo tipo di apostrofo in inglese è chiamato contractive apostrophe.
Puoi usare una contrazione sia con un nome che con un pronome.
Non ci sono limiti o regole al riguardo.
Tuttavia, è un po’ più raro incontrare contrazioni con i nomi nello scritto (es. my father’ll be at work tonight), dove si usano più quelle con i pronomi (I’ll, he’d).
Puoi contrarre il verbo be o have con nomi propri, ad esempio:
John’s coming to our home
Sheila’s bought a new computer.
Fà attenzione a non confondere le due espressioni!
Nel primo caso vogliamo dire che John verrà a casa nostra, e abbiamo abbreviato is.
Nella seconda frase invece ad essere stato accorciato è has, il verbo avere.
Quindi, Sheila ha comprato un nuovo computer.
Usare le contrazioni con i verbi ausiliari
Le contrazioni sono utilizzate anche con i verbi ausiliari.
Ad esempio:
John can’t came tomorrow;
It is raining;
You’ve got 3 cats
Fa’ solo attenzione a non confonderti con la forma negativa! Puoi scrivere it’s raining e it isn’t raining, ma non it’sn’t raining.
Contrarre la forma negativa
Si, hai capito bene, anche not può essere contratto. In inglese, le contrazioni dei verbi be, do e have (in forma presente) sono estremamente frequenti.
Esempi:
You aren’t
He hasn’t
We don’t
In teoria, potresti usare anche “amn’t“. Dico in teoria, perché nella pratica non è per niente diffuso, e suonerebbe sicuramente strano!
Contrazioni nelle tag questions
Queste sono domande poste alla fine di una frase dichiarativa, il più delle volte per rafforzare un concetto.
Potremmo dire anche che sono utilizzate per assicurarsi che l’interlocutore abbia ben inteso, che qualcosa sia stato fatto o ancora per rafforzare la frase.
Ad esempio:
She is a policewoman, isn’t she?
Siccome li si utilizza il più delle volte in contesti informali, i tag negativi si contraggono quasi sempre.
I casi più ambigui
Tutte le contrazioni di “is” possono generare più di un problema di comprensione, non solo per chi è alle prime armi, ma anche per i nativi e gli studenti più esperti.
Ciò accade soprattutto nel parlato.
Ad esempio:
The girl’s is crushed
Se nello scritto non ci sono particolari problemi, grazie all’apostofro, nel parlato è facile fare confusione con la forma plurale.
A volte, può anche confondersi con il genitivo sassone.
Prendi come esempio questa frase:
Dad’s back
Bene, in questo caso vogliamo dire, chiaramente, che papà è tornato.
Un lettore però, credendo che ci sia il genitivo, potrebbe pensare che la frase sia incompleta.
Gli errori più comuni
Per finire, diamo uno sguardo a quelli che sono gli errori più comuni fra i principianti. Impara a conoscerli per evitarli.
Its e it’s: attento, non sono la stessa cosa. Nel primo caso, siamo in presenza della forma possessiva di “it”, nel secondo abbiamo usato il gerundio
You’re e your: anche qui, si scrivono in modo simile ma hanno significati diversi. You’re è la forma contratta di “you are”, “your” è traducibile con “tuo”
They’re e their: caso molto simile al precedente. “They’re” è una forma contratta, “their” significa “il loro“.