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Perché è difficile parlare inglese?

Se c’è un aspetto su cui ogni studente concorda è che la lingua inglese, a livello grammaticale, non risulta essere particolarmente complessa. Poi certamente, a livelli avanzati, presenta alcune difficoltà, ma del tutto superabili.

Tuttavia, ciò che davvero risulta essere di difficile apprendimento è la memorizzazione di termini o periodi, nonché la corretta pronuncia dei vocaboli.

Cerchiamo, quindi, di capire con più chiarezza per quale motivo è così difficile parlare inglese.

LE CRITICITÀ NELLA PRONUNCIA DELLA LINGUA INGLESE.

I principali ostacoli alla corretta pronuncia della lingua inglese risiedono in due problematica: i suoni e le numerose varianti geografiche.

Oltre a tali aspetti ci sono poi sicuramente le problematiche relative all’insegnamento scolastico della lingua inglese, il quale non risulta concentrarsi adeguatamente sulla pronuncia e sulla verbalizzazione, ed alle abitudini del nostro Paese.

Vediamo più nel dettaglio singolarmente gli aspetti qui riportati.

I SUONI.

Uno tra i principali problemi che si segnalano con la lingua inglese è che la pronuncia dei vocaboli spesso non corrisponde a ciò che c’è effettivamente scritto. Infatti, se nella lingua italiana, per esempio, la vocale “i” si pronuncia nel medesimo modo in cui è scritta, nella lingua inglese ciò non avviene.

Seppur vero che in nessuna lingua sussiste una perfetta corrispondenza tra trascrizione fonetica e forma ortografica, l’inglese è noto per questa discrasia, presentando una ortografia c.d. opaca. Ciò significa che ad ogni grafema possono corrispondere differenti fonemi.

Facciamo un esempio che possa meglio chiarire tale aspetto. Durante la prima lezione di inglese si sarà certamente proceduto all’insegnamento dell’alfabeto ed in particolare della lettera “A”, che si legge.

Successivamente però si procederà all’insegnamento degli animali, tra cui il gatto, ossia “cat“, che tuttavia si leggerà <kæt>. Qui si presentano le prime difficoltà: nella lezione sull’alfabeto si è imparato che la lettera “A” si leggeva , mentre nella lezione sugli animali la stessa A presente nella parola “cat” si legge <æ>.

Per capire le ragioni di tale differenza occorre precisare che la lingua inglese ed i suoi suoni sono il risultato di sviluppi storici e dell’influenza di molte altre lingue, come il latino, il francese, l’antico tedesco o il vichingo.

Tutto ciò ha portato l’inglese moderno ad avere diciannove fonemi associati ai grafemi delle cinque vocali. La A, infatti, può essere pronunciata in 7 modi diversi ed a tal fine si riportano le seguenti parole: cat, card, call, cable, careful, climate e career.

LE VARIANTI GEOGRAFICHE.

A rendere il tutto ancora più complesso si inseriscono le varianti geografiche dei suoni. Seppur la pronuncia inglese fa solitamente riferimento all’alfabeto fonetico internazionale, la medesima parola in Inghilterra verrà pronunciata in un modo, mentre negli Stati Uniti d’America verrà pronunciata diversamente.

Numerose sono le differenza tra il British English e l’American English. Elle Fitzgerald e Louie Armstrong nella loro celebre canzone “Let’s call the Whole things off“, ad esempio, sono in disaccordo sulla pronuncia del vocabolo “tomato“, pronunciato differentemente in America ed in Inghilterra.

Le problematiche si presentano sia per le vocali, come nel caso della parola “tomato“, che per le consonanti. Basta pensare che ci sono situazioni in cui le consonanti risultano essere perfino mute, si riportano ad esempio i seguenti casi nei quali la consonante muta è posta in maiuscolo: weDnesday, deBt, musCle, Knife ed iSland.

Ma sono numerosi i suoni che creano non pochi problemi; un esempio di pronuncia complessa ce la fornisce il celebre scrittore George Bernard Shaw.

Forse non molti lo sanno ma Shaw, oltre ad essere uno scrittore, era anche un insegnante di lingua inglese e la leggenda racconta che un giorno, ai propri studenti, abbia chiesto di indovinare come si pronunciasse la parola “Ghoti“.

Nessuno indovinò e fu Shaw a svelare ai propri studenti la corretta pronuncia: <fiς>. In virtù del fatto che risultò sembrare quasi impossibile che la parola “Ghoti” fosse così pronunciata, Shaw fece riflettere i propri studenti scrivendo tre parole, dalle quale si poteva comprendere la fonetica del vocabolo “Ghoti“: enouGH (da cui la ), wOmen (di cui la ) e naTIon (di cui la <ς>).

Ciò che George Bernard Shaw voleva dimostrare erano le problematiche della lingua inglese che permettevano di pronunciare la parola “Ghoti” quasi come “Fish“.

L’INSEGNAMENTO SCOLASTICO E LE ABITUDINI.

Numerose ricerche – da ultime quelle effettuate dall’Education First e dalla Eurostat – dimostrano che per gli italiani imparare la lingua inglese è molto complesso: l’Italia si posiziona infatti al ventesimo posto su ventiquattro, in Europa, per apprendimento di tale lingua.

Ciò che stupisce è il fatto che la lingua inglese faccia parte in modo preponderante delle nostre vite; basti pensare a film, canzoni e vocaboli di uso comune. Il problema, quindi, risiede certamente nelle predisposizioni personali di ognuno di noi ma soprattutto nel metodo di insegnamento utilizzato dalla scuola italiana.

L’Italia è tra i Paesi che parlano peggio la lingua inglese, mentre, tra quelli che la parlano meglio, troviamo la Danimarca. L’aspetto stupefacente è che, alla scuola primaria, le ore dedicate allo studio della lingua inglese – sia in Danimarca che in Italia – sono le medesime, ossia due.

Tuttavia, mentre il metodo danese si concentra maggiormente sull’espressione orale, quello italiano pone la propria attenzione sulla grammatica. Inoltre, la Danimarca incentiva molto l’utilizzo da parte dei bambini della lingua inglese, tanto che la maggior parte lo padroneggia senza problemi.

In Italia, invece, la percentuale di bambini che risulta essere in grado di parlare correttamente la lingua inglese è assolutamente residuale.

Ma la tipologia di insegnamento scolastico non è l’unica problematica, in virtù del fatto che anche le nostre abitudini rendono complesso il parlare correttamente la lingua inglese.

Gli italiani non hanno l’abitudine di guardare film in lingua con sottotitoli o consultare siti web in inglese o sfruttare le vacanze all’estero per parlare la lingua.

Tutto ciò rende la lingua inglese sempre più ostica e di difficile apprendimento ed espressione.

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